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La Storia Dei Vini Biologici

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Il vino prodotto con uva biologica è uno dei più interessanti nel quadro degli alimenti biologici e naturali, anche se al momento non gode dell’apprezzamento che meriterebbe da parte degli appassionati di vino. I vini biologici importati sono ancora meno apprezzati rispetto ai vini nazionali a causa delle differenze di etichettatura e terminologia. C’è una certa curiosità verso questi vini ma ancora tanto scetticismo. Spetta a giornalisti, ai produttori, ai rivenditori e ai grossisti comprendere le perplessità dei clienti e spiegare loro perchè questi vini sono molto pregiati e sicuri. Questo aiuterà i consumatori di vino a scegliere di acquistare vino da uve biologiche e ad imparare come identificarlo e consigliarlo ad altri.

La grande maggioranza dei vini non è ottenuta da uve biologiche, nonostante il mito che tutto il vino sia un prodotto naturale. La base di ogni vino da uve biologiche prevede che il 100% delle uve utilizzate provenga da vigneti certificati biologici. Ciò riduce l’uso di sostanze chimiche agricole pericolose e si traduce in uve più sane e vino più gustoso. Qualsiasi sostanza utilizzata in vigna o nel vino deve provenire da fonti naturali o consentita solo in eccezione alle regole di certificazione biologica. La certificazione sull’etichetta è fondamentale anche se spesso il fenomeno delle frodi in commercio ha contribuito ad aumentare lo scetticismo dei consumatori anche davanti a vini etichettati e certificati.

La graduale transizione verso i vigneti biologici da parte dei pionieri di questo mercato iniziò in Europa all’inizio degli anni ’60, mentre negli Usa è attecchito solo all’inizio degli anni ’80 per poi estendersi nelle aree del Pacifico meridionale. La certificazione delle uve, se fatta, era la stessa delle altre colture. Tutte le cantine biologiche tranne una o due utilizzavano anidride solforosa aggiunta. I primi vini venduti come biologici consentivano qualsiasi descrizione sulle etichette, indipendentemente dall’uso di solfiti. 

La Controversia Sull’Uso di Solfiti

Nei primi anni ’80 iniziò a farsi strada la cultura del vino biologico con l’immissione sul mercato di diversi vini biologici francesi. In Italia questo mercato si sviluppò a rilento anche se oggi ha conquistato fette di mercato sempre più consistenti e qualificate. Nei primi anni ’90 si introdusse l’etichetta con l’avvertimento obbligatorio “Contiene solfiti”. I vini biologici possono contenere una modesta quantità di solfiti che non deve superare una certa soglia, decisamente ridotta rispetto a quelli convenzionali. Aggiungere anidride solforosa al vino è una pratica enologica consentita dal reg. UE 203/2012, che ha introdotto la nozione di vino biologico.

Tutti i vini biologici consentono solo l’etichetta di “Prodotto con uva biologica” o un termine simile. L’etichettatura obbligatoria di “Contiene solfiti” per tutti i vini è iniziata nel 1987 per tutti i vini venduti negli Usa. A quel tempo, tutte le aziende vinicole biologiche statunitensi (tranne una) e praticamente tutte le cantine straniere che esportano, utilizzavano SO2 aggiunto in almeno alcuni dei loro vini. Un pò di zolfo presente in natura esiste anche nella maggior parte dei vini. Dopo l’adozione dell’etichetta di avvertimento, l’incomprensione da parte dei consumatori del termine “biologico” e l’avvertenza sul vino nuovo hanno portato alcune aziende vinicole ad eliminare l’uso di SO2 nei loro vini. I vini senza solfiti aggiunti sono ancora oggi una minoranza dei vini complessivi da uve biologiche e praticamente sconosciuti nei vini prodotti con uve convenzionali.

Lo Scetticismo Iniziale e L’Ingresso Sul Mercato

Nonostante l’iniziale scetticismo, oggi i vini prodotti da uve biologiche stanno acquisendo un consenso sempre più vasto anche perchè il consumatore ha finalmente comprenso la questione dei solfiti. Alcuni hanno continuato a manifestare scetticismo sulla qualità dei vini senza solfiti aggiunti animando un dibattito che dura ormai da tempo. L’ingresso sul mercato di vini biologici a basso costo e di buona qualità con o senza solfiti aggiunti e l’inizio delle vendite nei supermercati convenzionali ha fatto si che questo prodotto raggiungesse le tavole di tutti gli appassionati di vino.

Detto ciò, bisogna anche concordare che sempre più aziende vinicole si stanno convertendo all’agricoltura biologica. Vediamo quali sono i migliori vini biologici in Italia.

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